IL RITRATTO DI DORIAN GRAY ovvero La moda dell’Eccesso

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IL RITRATTO DI DORIAN GRAY ovvero La moda dell’Eccesso

IL RITRATTO DI DORIAN GRAY ovvero La moda dell’Eccesso

​Col gusto per l’esplorazione dei grandi romanzi e delle commedie dimenticate, Annig Raimondi, in veste di drammaturga e regista, riporta in scena l’opera di Oscar Wilde. “Il Ritratto di Dorian Gray ovvero La Moda dell’Eccesso” è una rappresentazione intensa che esamina i temi dell’estetica, della bellezza e del prezzo dell’eccesso.

Dorian Gray, un giovane di straordinaria bellezza, trasforma il culto della perfezione in una spirale narcisistica e autodistruttiva. Caduto sotto l’influenza di lord Henry, quando il suo amico pittore Basil dipinge un suo ritratto, Dorian lancia una fatale preghiera: mantenere per sempre intatta la sua giovinezza e la sua bellezza. In questo desiderio, il dipinto diventa il deposito dell’anima e della corruzione progressiva della sua coscienza. L’esistenza di Dorian, intrisa di piaceri materiali e di sogni in contrasto con la realtà interiore, evolve in una catastrofe inevitabile, in cui la verità si svela attraverso una maschera atroce.

“Il Ritratto di Dorian Gray” va oltre una semplice narrazione di vanità: è una riflessione profonda sul conflitto tra apparenza e verità interiore, sul prezzo del desiderio di eternità e sulla fragilità dell’anima umana. La tensione tra il piacere terreno e il sogno idealizzato conduce a una drammatica caduta, fungendo da monito sull’importanza dell’arte e della moralità.

Un’opera che, con la sua messa in scena raffinata e provocatoria, saprà emozionare e far discutere, lasciando un segno indelebile nella memoria di chi la guarda.

NOTE DI REGIA
‘Ciascuno porta dentro di sé il cielo e l’inferno’, sentenzia Dorian.
Il ritratto di Dorian Gray, che Oscar Wilde scrisse nel 1890, sembra essere il precursore della società postmoderna, basata sul culto narcisistico dell’immagine e caratterizzata dalla diffusione dell’‘estetizzazione’ degli aspetti della propria vita. Un irrefrenabile desiderio dell’eterno è il punto in comune.
Qual è l’eccesso (e la conseguente rinuncia) di Dorian Gray? La vanità, la lotta contro la morte (o contro la vita, che è la stessa cosa), i rapporti con gli altri, un esagerato senso di coscienza che gli sciupa i piaceri.
In questa messa in scena, una discesa agli inferi sempre più profonda, mascherata dalle buone maniere, dominano la scena tre misteriosi custodi, le cui vite sono indissolubilmente legate a quel ritratto. Una triade allegorica che nasce dalla scissione della greca configurazione di kalòs e agathòs, bello e buono/giusto. L’elemento del buono è rappresentato da Basil, il pittore esteta; Dorian/Narciso, giovane orfano, è il bello sino a trans-gredire nel territorio opposto, sempre all’insegna dell’eccesso: l’orrido, il malsano. Terzo componente è Lord Henry Wotton, il voyeur, l’occhio che guarda impartecipe, l’influencer. Figure che espongono l’impossibile polarizzazione di quelle categorie la cui netta separazione è funzionale al mantenimento dell’ordine sociale: maschio/femmina, bene/male, ragione/istinto, emotivo/cognitivo.
In una società in cui questo ordine binario permette il controllo e il condizionamento delle coscienze, di contro Wilde richiama alla molteplicità delle direzioni in cui una personalità si può sviluppare, anticipando le discussioni contemporanee su genere, sessualità e identità personale.
Scrisse Wilde: ‘Lord Henry è come la gente pensa che io sia, Basil è come sono, Dorian Gray è come vorrei essere. È come vorrei essere in altri tempi, forse”, lì dove Wilde rivendicava per la sua vita e la sua opera libertà di espressione e di esistenza.
Annig Raimondi

 

CAST:

di Oscar Wilde
Drammaturgia e Regia Annig Raimondi
Cast Francesco Errico, Anna Germani, Stefano Tirantello
Scene Isolde Michelazzi
Musiche originali You go, you charm di Maurizio Pisati. Tannhäuser di Richard Wagner
Disegno Luci Manfredi Michelazzi
Costumi Nir Lagziel
Creazioni Sembianze preziose di Marlene Pisati
Assistente alla regia Filippo Natola
Si ringraziano Elena Polvani, Fulvio Michelazzi, Eliel Ferreira De Sousa, Michele Magliaro
Produzione PACTA . dei Teatri

In abbonamento Invito a teatro
INCONTRI:
  • Venerdì 21 marzo, prima dello spettacolo
    APERITIVO E INCONTRO CON LA REGISTA
    Per festeggiare il debutto della nuova produzione PACTA . dei Teatri, la regista Annig Raimondi incontrerà gli spettatori e brinderà con loro. Al termine dell’aperitivo inizierà lo spettacolo.

 

  • Domenica 23 marzo, ore 16.30
    In collaborazione con La Lettura Intorno – Bookcity Milano
    SCRITTI DAL CARCERE di Oscar Wilde
    A cura di Annig Raimondi, con Francesco Errico, Anna Germani , Annig Raimondi, Stefano TirantelloUn omaggio a Il ritratto di Dorian Gray, scritto nel 1890 da Oscar Wilde, il più celebre manifesto dell’estetismo e della poetica dell’art for art’s make, secondo cui l’espressione artistica è libera e indipendente dai principi della morale. Lettura delle lettere che Wilde scrisse in sua difesa quando venne incriminato e processato per la sua opera, stralci dall’ opera stessa e dall’ultimo suo scritto durante il periodo di detenzione: LA BALLATA DEL CARCERE DI READING.
    INGRESSO LIBERO, prenotazione obbligatoria: biglietteria@pacta.org

     

    Chi partecipa al reading avrà una riduzione allo spettacolo DORIAN GRAY OVVERO LA MODA DELL’ECCESSO che seguirà all’incontro (biglietti a 8€, fino a esaurimento posti disponibili).

 

  • Domenica 30 marzo, ore 18:45 (dopo la replica dello spettacolo)
    IL TEMPO DELLA PAROLA GIUSTA
    Incontro con Gabrio Forti, Docente di Diritto penale e Criminologia, Direttore dell’Alta Scuola “Federico Stella” sulla Giustizia penale Università Cattolica di Milano, e Arianna Visconti, curatrice del libro “Il tempo della parola giusta”.
    Per affermare la giustizia e opporsi alle ingiustizie occorre saper trovare parole “giuste” perché dette nel momento giusto e, soprattutto, generate da un pensiero che ha richiesto il suo giusto tempo. È il tema che attraversa tutto il libro Il tempo della parola giusta di Gabrio Forti, a cura di Matteo Caputo e Arianna Visconti, dove la letteratura getta luce sui nodi della giustizia penale secondo percorsi che trovano la loro chiave essenziale nell’immagine di copertina, un famoso dipinto di Norman Rockwell, che ogni lettore è invitato a interpretare.

ORARI:
Venerdì 21 marzo, ore 20:45
 
Sabato 22 marzo, ore 20:45
 
Domenica 23 marzo, ore 17:30
 
Martedì 25 marzo, ore 20:45
 
Mercoledì 26 marzo, ore 20:45
 
Giovedì 27 marzo, ore 19:00
 
Venerdì 28 marzo, ore 20:45
 
Sabato 29 marzo, ore 20:45
 
Domenica 30 marzo, ore 17:30
BIGLIETTI

Biglietti: intero 24€ – ridotto under 25 / over 60 12€

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