Quarta performance di pactasoundzoneTeatrorchestra: orchestra di Attori, Elettronica, Conduction, con gli Attori di PACTA.

Abitiamo non prima e non dopo, ma nell’incessante invenzione che chiamiamo presente: da quel luogo comunichiamo con gli altri tempi e lì si agitano i pensieri per le cose non accadute, che forse accadranno. Le parole quindi cessino di far testo, o di essere pretesto alla voce.

È un paradosso non pretestuoso bensì pre-testuale. In scena si manipola ciò che precede il testo, le sue componenti atomiche, fonemi, lettere che, mosse dalla vibrazione, diventando lettere dal suono.

Il testo affiora dal mondo antico de Le mie prigioni di Silvio Pellico. Quelle parole rinascono tra le vibrazioni del suono che si rendono visibili muovendo lettere di carta, liberate dalla parola: da loro l’Attore ricava il materiale per restituirci un testo. Proprio a partire da ciò, il lavoro è anche un momento di riflessione sull’attuale situazione degli Istituti Penali italiani, sulle condizioni dei loro abitatori carcerati e operatori, di riflessione sulla libertà. 

La metafora di segni e suoni che con libertà si ricompongono in parole, i segni che dalla condizione di oggetti confinati tornano ad essere suoni liberi: riscopriamo la libertà attraverso la conoscenza e, poi, una nuova conoscenza grazie alla libertà